Mission

Il nostro progetto si propone di raccogliere, restituire e condividere le tracce di memoria privata che testimoniano il passato coloniale del nostro Paese.

Mettendo a disposizione di tutti questa memoria – soprattutto visiva, ma non solo – vogliamo affrontare in modo nuovo la storia coloniale, aprendo una prospettiva di ricerca dal basso, incoraggiando, attraverso la “restituzione” dei documenti, la riflessione congiunta di colonizzatori e colonizzati su un passato condiviso e comune.

Storia del progetto

L’origine del progetto è stata piuttosto particolare, con un incontro fra uno storico contemporaneo e due organizzazioni modenesi non profit – MOXA (Modena per gli Altri) e Hewo, con base d’azione in Etiopia, che cercavano la collaborazione di docenti dell’Università locale per avviare una ricerca sui modenesi che avevano partecipato all’esperienza coloniale in Africa orientale. Un modo di promuovere una riflessione civile sulle radici del loro intervento umanitario.
La curiosità e un positivo contatto umano misero in moto un lavoro collettivo, chiamato Modena – Addis Abeba, andata e ritorno.

Un appello pubblico per la memoria nei cassetti

Per raccogliere i materiali necessari alla ricerca si ricorse a un coinvolgimento pubblico: attraverso giornali locali e la pubblicazione e distribuzione di un depliant ad hoc, si chiese agli abitanti di Modena e provincia di cercare nei loro cassetti, nelle soffitte e nei vecchi bauli tracce della partecipazione dei propri familiari all’avventura coloniale in Africa Orientale: diari lettere fotografie cimeli.
La generosità della risposta all’appello, la quantità e qualità del materiale trovato e messo a disposizione indicavano un evento vissuto come straordinario, un pezzo di storia patria poco trattato nei manuali scolastici, che però aveva fortemente colpito l’immaginario collettivo, e non solo dell’epoca coloniale.
Due considerazioni: la maggior parte del materiale consisteva in foto, spesso organizzate in album. In secondo luogo: la ricchezza del materiale trovato a Modena faceva pensare che nelle case degli italiani, in tutta Italia, ci fossero depositi più o meno clandestini di tracce dell’esperienza coloniale, una miniera di immagini e di testi in grado di arricchire la nostra conoscenza di quella storia, integrando con nuove fonti gli archivi pubblici.
Nel 2007 la ricerca produceva due mostre cittadine, la pubblicazione di un libro e di un catalogo.
Su invito dell’Istituto Culturale Italiano una mostra sul progetto è stata allestita ad Addis Abeba nel novembre 2008. E qui, in questa occasione di “ritorno” della memoria coloniale, si è cominciato a pensare alla possibilità di restituire agli etiopi i materiali raccolti, come gesto di amicizia e riconciliazione.
Così si è dato il via a una produzione pilota, per verificare la procedura sul campo, procedendo alla digitalizzazione del ricco fondo fotografico di Pier Luigi Remaggi, ufficiale medico durante la guerra italo-etiopica, utilizzato grazie al consenso delle figlie.
Più di 400 immagini, accompagnate da testi sui criteri di scelta, di catalogazione, note biografiche e così via, sono state trasferite in un unico CD, donato all’Università di Addis Abeba e all’Institute of Ethiopian Studies, con l’idea di metterle a disposizione degli studiosi e del pubblico in generale.

Returning and Sharing Memories

Nel marzo 2010 l’esperienza maturata porta a un progetto più strutturato, con la partecipazione di un gruppo di studiosi: Returning and Sharing Memories. MOXA continua a essere motore trainante dell’iniziativa. Oltre alla restituzione si mette fra gli obiettivi anche lo sharing, la condivisione dei documenti del passato coloniale comune per un confronto fra gli storici dei paesi interessati.
Ci si proponeva inoltre di espandere il progetto iniziale su scala nazionale, e di allargare la ricerca a tutte le occupazioni militari italiane.
Pur sottolineando l’importanza di incoraggiare le istituzioni e gli archivi pubblici a iniziative analoghe, il focus rimaneva sui fondi privati, più accessibili e liberi da impedimenti burocratici.
Per la gestione del progetto MOXA ha creato questo sito e aperto il Centro Documentazione Memorie Coloniali-CDMC presso la Casa delle Culture di Modena, dotato di attrezzature informatiche adeguate per la duplicazione digitale di documenti e fotografie.  Al CDMC sono oggi conservati, in formato digitale, oltre 16.000 immagini, 500 documenti, e 13 diari, è inoltre consultabile una biblioteca con circa 1000 tra volumi e pubblicazioni diverse di storia coloniale, grazie anche alla recente donazione Alessandro Spina, ricevuta dalle eredi che hanno riconosciuto l’impegno del CDMC ad offrire uno sguardo consapevole sul nostro passato coloniale, in sintonia con il pensiero di Spina.
Un importante passo a favore dello sharing viene fatto nel dicembre 2011, quando il progetto RSM viene incorporato in un accordo pluriennale fra le università di Addis Abeba, di Napoli (“L’Orientale”), e di Modena e Reggio Emilia, con l’idea di sviluppare uno studio congiunto del passato comune italo-etiopico.
Esempi di raccolta e interessanti analisi, come al CDMC di Modena, sono nati in “provincia”: a Messina, a Reggio Emilia, a Cuneo, a Ivrea; molti privati in varie parti del paese hanno messo a disposizione del progetto RSM i loro documenti.
Un acquisto importante si è dimostrata l’Università di Cagliari, che otteneva un cospicuo finanziamento da parte della Regione per una ricerca triennale sulla esperienza d’oltremare dei sardi, con l’impegno a versare quanto trovato nel data base del CDMC di MOXA di Modena.
Un’altra entrata significativa nel progetto di restituzione e condivisione è stata quella dell’INSLMI, che ha accettato la procedura di RSM e può contare su un network di Istituti affiliati in tutta Italia.
Si è quindi formata intorno a RSM una rete di iniziative, e di progetti interfacciati, senza un centro, in uno spirito di trasparenza e accessibilità.
Nel 2014 il progetto si è allargato all’Albania, paese dalle molteplici relazioni con l’Italia sia antiche che recenti, inclusa l’occupazione militare del 1939. Il progetto, articolato in varie sezioni, è culminato nella mostra MODENA-TIRANA andata & ritorno, ai Musei Civici di Modena (28 nov. 2015- 5 giu. 2016).
Nel 2017 organizziamo il simposio Nel labirinto coloniale in onore di Alessandro Spina che ha luogo a Modena alla Casa delle Culture e al Palazzo dei Musei.
Da allora il CDMC ha continuato a essere un punto di riferimento nazionale aperto a tutti e a produrre documenti e iniziative, come la produzione del libro Etiopia conquista e conoscenza nel 2022 e la presentazione della propria attività complessiva al Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana di Public History (AIPH) a Firenze il 9 giugno 2023.
Per contribuire allo sviluppo di una memoria coloniale consapevole dal 2023 sono in programma eventi per la decolonizzazione della toponomastica e per il ricordo del massacro perpetrato dagli italiani ad Addis Abeba il 19 febbraio 1937 al fine di elaborare una richiesta condivisa per istituire il 19 febbraio come giorno della memoria dei nostri massacri coloniali.

Comitato Scientifico

Un comitato scientifico di storici e ricercatori, garantirà l’analisi critica, i criteri di archiviazione, l’indagine biografica e l’uso corretto dei documenti recuperati e copiati. Si occuperà anche del loro deposito presso archivi gemelli in Italia e in Etiopia (o in altre locazioni).
Fanno parte del comitato scientifico:

  • Adolfo Mignemi
  • Alessandro Triulzi
  • Benedetta Guerzoni
  • Elisabetta Frascaroli
  • Gianluca Gabrielli
  • Giulia Barrera
  • Matteo Dominioni
  • Paolo Bertella Farnetti
  • Shiferaw Bekele
  • Silvana Palma